Proprietà benefiche della vitamina D

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Proprietà benefiche della vitamina D

  vitaminaDVitamina D, un valido alleato per la salute del cuore
   

Roberta Testa – In estate la bella stagione, l’aumento della temperatura e le giornate più lunghe consentono di esporsi maggiormente al sole Un’opportunità per fare il pieno di vitamina D alleata della salute.
Esiste, infatti, una correlazione tra ridotto apporto di vitamina D e aumentato rischio di infarto e insufficienza cardiaca acuta, Non solo, la sua carenza ne peggiora anche gli esiti e le conseguenze.
La conferma arriva da uno studio condotto dai ricercatori del Centro cardiologico Monzino di Milano, pubblicato sulla rivista Medicine, condotto su 814 pazienti ricoverati per infarto del miocardio.
«Abbiamo riscontrato – precisa Giancarlo Marenzi, responsabile di Terapia intensiva cardiologica del Monzino e coordinatore dello studio – che l’80% dei pazienti colpiti da infarto cardiaco presentano un deficit, totale o parziale, di vitamina D.Inoltre, chi ha i valori più bassi sviluppa una peggiore progressione della malattia nel tempo, un aumentato rischio di mortalità e maggiori complicanze cliniche intraospedaliere e ad un anno dal ricovero».
È possibile assumere la vitamina D attraverso la dieta o produrla attraverso la pelle esposta ai raggi solari, ma la sua quantità dipende anche dalla stagione, dalla latitudine, dall’esposizione al sole, dal colore della pelle e dalla concentrazione di albumina nel sangue.
«Alle nostre latitudini il deficit di vitamina D è molto diffuso», spiega Monica De Metrio, cardiologo di Terapia intensiva cardiologica del Monzino e prima autrice dello studio. Eppure basterebbero 10 minuti di esposizione al giorno, specialmente nei mesi estivi, per permettere alla pelle di produrla e “immagazzinarla”, facendone scorta per l’inverno. L’80% della vitamina D è prodotta dalla cute, mentre il 20% deriva dagli alimenti consumati, soprattutto fegato, merluzzo, uova e formaggi, ma anche latte e cereali cosiddetti arricchiti, ai quali cioè è stata aggiunta la vitamina».
«Resta da capire – conclude Marenzi – se l’integrazione di vitamina D possa diventare una componente della terapia dell’infarto del miocardio e se questa vitamina così interessante sia un fattore di rischio, quindi una possibile causa di infarto, oppure un indicatore di una maggiore fragilità, vale a dire un marker di aumentato rischio individuale».