Filtri solari protezione estate

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Filtri solari protezione estate

  Filtri solari

Filtri solari sempre più sostenibili, ecologici e dermocompatibili

   

Giorgio Cavazzini – Con l’arrivo della bella stagione e della voglia di abbronzarsi, anche i filtri solari stanno cambiando “pelle”, adeguandosi alle nuove esigenze di prodotti naturali, biologici, ecologici, puliti. «Tanto che, anche per loro, si inizia a parlare di “ecocompatibilità” e “dermocompatibilità”», afferma la dermatologa Maria Concetta Pucci Romano dell’università Tor Vergata di Roma e presidente dell’Associazione internazionale di ecodermatologia Skineco. «Anche nella loro composizione rientrano sostanze sott’osservazione che destano qualche perplessità sulla sicurezza per l’ambiente e per la pelle: molecole che interferiscono con i meccanismi ormonali, i disturbatori endocrini, le nanoparticelle, sostanze come i derivati del petrolio non biodegradabili (petrolati). Queste evidenze stanno influenzando le aziende cosmetiche produttrici di filtri solari, che iniziano ad abbracciare il concetto di “sostenibilità” e lo fanno adottando il cosiddetto principio di precauzione: cioè anche in mancanza di dati scientifici in grado di confermare l’allarme, ma sono presenti sufficienti indizi di tossicità su certi componenti, si sceglie di non usarli segnalando tale scelta».

Un’indagine dell’Università di Ancona, per esempio, ha evidenziato il ruolo dei filtri solari nell’avvelenamento e nella morte delle barriere coralline: tra le sostanze accusate di tossicità sui coralli ci sono i parabeni. L’azione con cui agirebbero in maniera negativa sarebbe una azione ormonale, il che suggerisce la possibilità che tali sostanze abbiano una azione simil-estrogenica anche sull’organismo umano e possano agire come veri e propri disturbatori endocrini. I filtri solari vengono applicati sulla pelle estensivamente, più volte al giorno e per periodi prolungati, alla stessa stregua dei i filtri solari per le labbra, stick spesso impregnati di petrolati, ovvero derivati del petrolio quali olio di vasellina o paraffina liquida. Meglio invece sostituire tali prodotti con altri contenenti un filtro solare fisico e dotati di proprietà emollienti sulla cute delicata delle mucose grazie a cere e oli naturali come la cera d’api.

In attesa che tale principio sia applicato in maniera sempre più diffusa dalle aziende vediamo quali caratteristiche deve avere il prodotto per la protezione solare rispettoso degli ecosistemi dermico e marino. «Il nostro mantra è quello di un INCI (nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici) in etichetta corto, quindi prodotti con pochi ingredienti. Vale sempre la regola del “meno è meglio”. Per i solari è possibile ottenere una efficace azione filtro dai raggi solari con filtri fisici, formati da ingredienti minerali come ossido e diossido di titanio, ossido di zinco cui siano aggiunti i preziosi oli forniti dalla natura come quello di cocco, lino, argan, jojoba, e il succo di aloe, sostanze per evitare la disidratazione e l’invecchiamento precoce dovuto all’azione dei raggi UV», prosegue la dermatologa capitolina. «Oli, cere e burri naturali sono idratanti e completamente biocompatibili e biodegradabili, mentre farei attenzione al “fai-da-te” che nell’esposizione al sole può essere molto pericoloso: numerosi olii essenziali ed estratti sono infatti fotosensibilizzanti e possono causare dolorose scottature. Occhio anche ai conservanti: preziosi per l’integrità e la conservazione del prodotto, è meglio scegliere quelli più rispettosi dell’ambiente come l’acido citrico e il sodio benzoato.

Nel caso dei solari, poi, è necessario scegliere il prodotto di cui si conosce il grado di protezione per poter dosare il tempo di esposizione. L’obiettivo primario è proteggersi dalle scottature, primo fattore di rischio di carcinoma della pelle. E dopo la spiaggia è possibile alleviare eventuali arrossamenti con una generosa dose di prodotti a base di aloe, particolarmente ben accetta dalla pelle in quanto contiene fattori di crescita cellulari che favoriscono la riparazione dei tessuti».